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Incontro Aprile 12
per: Remo Cacciatori
e
Mihai Butcovan

Lo spazio segnato dal tempo

L’uomo della Bovina non poteva immaginare

che il suo avvenire, così presto,
sarebbe diventato preistoria.

Torna e rimugina i miei nomi: la Società Smeriglio,

l’Officine del Gas e scopre come un monumento
la torre dei mattoni altissima,
dove di dentro gli operai si arrampicavano.

In un oblio forse sognante, quei diroccamenti
e le navate al sole o nella palta,
gli immensi alberi strani contro il cielo, nelle refezioni,
gli insegnano la muta dignità delle rovine.

da Poesia della fonte, in "Poesie 1965-2000", Mondadori, Milano, 2001


Esercizio

-    1) Proviamo a raccontare lo spazio ritrovato (la stazione, i marciapiedi…) casualmente (quasi “rivelato” da una immagine, una parola, un ritorno…) e fissato in un breve frammento (al massimo cinque frasi)

-    2) Proviamo a tradurre in un breve racconto la poesia di Cucchi (c’è un operaio e un “io”, possono restare tutti e due o uno solo)
 
Altri esempi

Demoliscono sotto i miei occhi una casa dove da giovane fui invitato e cenai e ballai, fra luci e liete facce di donne e tepore amico di caminetto. Un muro dietro a una porta, dove fino a poc’anzi era racchiuso un minuto mio di felicità, lampi di risa, baci rubati, parole sussurrate nel buio… ebbene, non so evitare uno stupido crepacuore mentre osservo il piccone che lo addenta.

Torno nella vecchia casa di villeggiatura. Il fico è morto, la pergola è moribonda, il noce resiste bravamente ma ha l’aria patita. Io ricordo antiche sere d’agosto, con lucciole e stelle; ricordo lunghe piogge serali e poi s’usciva per lumache, con una lanterna in pugno. Ricordo parole lievi, ombre tenui, fragranze di terra bagnata e colma… Io ricordo questo luogo, ma questo luogo m’ha dimenticato

G.Bufalino, Pensieri, aspettando il turno in un’anticamera, in Calende greche, Milano, 1992

Esercizio

-     3) Raccontare una demolizione (o la costruzione di un nuovo edificio)
-     4) Raccontare una casa abbandonata e diroccata (magari abitata da senza tetto)
-     5) Descrivere un luogo dove si vede che lo spazio, la natura, continuano anche senza di noi.
-     Conrad: Cuore di tenebra (l’incipit: quando Londra era un “cuore di tenebra” )

Esercizio

-     6) Quando la Bovisa era “la terra dei buoi”


Lo spazio che c’ è, ma non è descritto. L’importanza delle persone

  ‘53


L’uomo era ancora giovane e indossava
un soprabito grigio molto fine.
Teneva la mano di un bambino
silenzioso e felice.
Il campo era la quiete e l’avventura,
c’erano il kamikaze,
il Nacka, l’apolide e Veleno.
Era la primavera del ’53,
l’inizio della mia memoria.

Luigi Cucchi
era l’immenso orgoglio del mio cuore,
ma forse lui non lo sapeva.
da, Poesia della fonte, in "Poesie 1965-2000", Mondadori, Milano, 2001

  Esercizio

-    7) Tradurre la poesia di Cucchi in un breve racconto (o in un soggetto di un racconto)

  Esempio di soggetto di racconto

Storia di un passeggero che non sa l'inglese e che non si allarma affatto quando il capitano avverte che l'aereo deve fare un ammaraggio di fortuna. Viene scambiato per coraggioso e alla fine, quando si accorge dell'equivoco, diventa coraggioso davvero, per non deludere l'hostess.

Flaiano, Opere, Bompiani, Milano, 1988, p. 356

-     8) Attraverso qualche frase, raccontare un frammento di racconto possibile, un episodio, una situazione legata a questa poesia, che utilizzi il punto di vista del bambino (qui il bambino “silenzioso e felice” vede il papà con “immenso orgoglio”, il campo è… i giocatori sono….) e/o del padre (che cosa provava, perché porta il figlio allo stadio… ?).

-    9) In un altro paese, in un’altra situazione, dove porterebbe suo figlio/a un padre (felicemente sposato, separato…) in un giorno non lavorativo?

  Lo spazio del tempo che verrà

-    Le distopie, il contrario delle utopie. I futuri catastrofici.


-    A.Weisman, Il mondo senza di noi. Cosa succederebbe sul nostro pianeta dopo 48 ore, dopo 5 giorni, dopo 100 anni, dopo 500 milioni di anni dalla scomparsa dell’uomo?, Torino, Einaudi, 2007

-    N.Vallorani, Eva, Torino, Einaudi, 2002. Milano nel 2023
-    S.Benni, Terra!, Milano, Feltrinelli, 1985 (prima ed. 1983). Parigi nel 2157

Esercizio

-    10) Immaginare uno spazio come sarà nel futuro


 Lo spazio già visto ( aiuta o no a vedere?)
 
-    Lo spazio genera storie (è inscritto in “copioni”, “sceneggiature” già imparate)
-    Il castello
-    La foresta
-    I “copioni” aiutano a vedere, ma, nello stesso tempo, a non vedere
-    “Mi sono iscritto al corso perché voglio conoscere quello che della Bovisa mi sono perso”

Esercizio

-    11) Descrivere, raccontare uno spazio, di cui non abbiamo i “copioni”. Descrivere gli spazi degli altri: un luogo di culto di una religione che non conosciamo, una partita di baseball (Potok, Danny l’eletto, Don De Lillo, Underworld, …)… Poi li leggeremo insieme


 Spazio e sensi
 
Calvino, Palomar, e poi Sotto il sole giaguaro

La vista:
FAR VEDERE


-    “Dunque nell’ideazione di un racconto la prima cosa che mi viene alla mente è un’immagine”. “La verità va nascosta. Dove? Alla superficie” (Hofmannsthal, cit. da Calvino, Lezioni americane )

-    Due modi di far vedere

  I dettagli ( le metonimie)          -              Le espansioni ( le metafore)
 
-    Due esempi di far vedere un esodo

 
A) I dettagli


-    G.Kanafani, La terra delle arance tristi, in I.Camera d’Afflitto (a cura di), Narratori arabi del Novecento, Milano, Mondadori, 1994, vol.I, pp. 255-263)

-    P.Levi (Se questo è un uomo, Torino, Einaudi, 1976 (prima ed. Einaudi, 1958), pp.13-15

Esercizio

-    12) Raccontare un addio, attraverso un dettaglio (un oggetto, un gesto, un suono, un sapore, un odore), massimo cinque frasi

-    Far vedere ai ciechi
-    Tabucchi, La traduzione, in I volatili del Beato Angelico, Palermo, Sellerio, 1987 pag.62)
-    Carver, La Cattedrale, Milano, Mondadori, 1984, in partic. pp. 193… 196…

Esercizio

-    14) Proviamo a “far vedere” un quadro (o una fotografia)
 
 B) Le espansioni

-    Esempio: R.Saviano, Gomorra, Milano, Mondadori, 2006
-    La Campania come corpo
-    capitolo Il porto è una ferita. Larga… Come cuccioli a mammelle… Senza lasciare la bava… Le interiora dei conteiner (prime pagine)
-    Il sistema   56 iniziano a succhiare come pidocchi voraci… Il Sistema è cresciuto come una pasta messa a lievitare… 70 Una tregua labile, che nessun rene successivamente avrebbe potuto drenare La guerra di Secondigliano …71 facendo impastare i messaggi dalla saliva di molte lingue… 90 suturato alla pelle del quotidiano… dove va a consumare tensione e sperma 90, come una sorta di giungla, una foresta pluviale di cemento armato dove confondersi, dove sparire più facilmente p.109

-    Kalashnikov …fegato della terra, 182… labirinto di carne 184… stomaco della folla 191… pelle di carne di asfalto… 183… la carne della violenza 202… pancreas di silenzio 203

-    Don Peppino Diana… il tanfo del denaro… è un puzzo di latrina, 250

-    Terra dei fuochi 310 come scaglie di pelle morta

  -    Esercizio

-    15) Proviamo ad “espandere” la descrizione di uno spazio attraverso similitudini (x è come y: “Giuseppina è come un fiore”) e/o metafore (x è y: “Giuseppina è un fiore”)

  L’udito

-    I rumori possono servire per introdurre la dimensione del tempo nello spazio
-    es.
-    Conrad, Il nero del Narciso, (Milano, Mondadori, 1950): incipit. Ci sono i suoni, ma non ce ne accorgiamo

-    M.Antonioni, Da un trentasettesimo piano su Central Park, in id. Quel bowling sul tevere, Torino, Einaudi, 1983, pp. 205-210. Dalle 6 alle 8,30 del mattino. Solo suoni

-    G. Celati, Tempo che passa, in Id., Narratori delle pianure, Milano, Feltrinelli, 1985, pp.46-49. Anche il silenzio segna il tempo (e lo spazio)
-    La musica e lo spazio meritano un discorso a parte

Esercizio

-    16) Proviamo a introdurre alcuni suoni in una descrizione (di uno spazio o di una persona)
-    17) Proviamo a descrivere uno spazio (una via, una stazione, un supermercato, una sala d’attesa, un paesaggio, una stanza…) solo attraverso i rumori

L’olfatto ecc.

 -    P.Suskind, Il Profumo, Milano, TEA, 1993, incipit

Esercizio

-    18) Proviamo a descrivere uno spazio attraverso gli odori (o i profumi)
-    Il gusto (Proust…), Il tatto…

Esercizio

-    19) Chi, dopo Proust, ha il coraggio, provi a descrivere uno spazio che emerge da un sapore
-    20) Proviamo a descrivere un oggetto a partire dalle sensazioni tattili


  Descrizioni di descrizioni ( a proposito di fotografia)
 
-    A.Tabucchi, Notturno indiano, Palermo, Sellerio, 2004 (prima ed. 1984), p.101
-    E. Galeano I confini dell’arte, in Id. Il libro degli abbracci, Firenze, Sansoni, 1992

-    Esercizi

-    21) Proviamo a raccontare una storia attraverso le foto in cornice di un appartamento

-   22) Come ci sono fotografie che non si possono fare, ci sono storie che non si possono            raccontare? Proviamo a raccontare una storia che non si può raccontare


  E per finire: all’inizio era lo spazio
 
-    E. Galeano, Memoria del fuoco, Firenze, Sansoni, 1989
-    cosmogonie

  Elenco esercizi

-          1.1) Proviamo a raccontare lo spazio ritrovato casualmente (quasi “rivelato” da una immagine, una parola, un ritorno…) e fissato in un breve frammento (al massimo cinque frasi)

-          1.2) Proviamo a tradurre in un breve racconto la poesia di Cucchi (c’è un operaio e un “io”, possono restare tutti e due o uno solo)

-          1.3) Raccontare una demolizione (o la costruzione di un nuovo edificio)

-          1.4) Raccontare una casa abbandonata e diroccata (magari abitata da senza tetto)

-          1.5) Descrivere un luogo dove si vede che lo spazio, la natura, continuano anche senza di noi.

-          1.6) Quando la Bovisa era “la terra dei buoi”

-          1.7) Tradurre la poesia di Cucchi (’53) in un breve racconto (o in un soggetto di un racconto)

-          1.8) Attraverso qualche frase, raccontare un frammento di racconto possibile, un episodio, una situazione legata a questa poesia, che utilizzi il punto di vista del bambino (qui il bambino “silenzioso e felice” vede il papà con “immenso orgoglio”, il campo è… i giocatori sono….) e/o del padre (che cosa provava, perché porta il figlio allo stadio… ?).

-          1.9) In un altro paese, in un’altra situazione, dove porterebbe suo figlio/a un padre (felicemente sposato, separato…) in un giorno non lavorativo?

-          1.10) Immaginare uno spazio come sarà nel futuro

-          1.11) Descrivere, raccontare uno spazio, di cui non abbiamo i “copioni”. Descrivere gli spazi degli altri: un luogo di culto di una religione che non conosciamo, una partita di baseball (Potok, Danny l’eletto, Don De Lillo, Underworld, …)… Poi li leggeremo insieme

-          1.12) Raccontare un addio, attraverso un dettaglio (un oggetto, un gesto, un suono, un sapore, un odore), massimo cinque frasi

-          1.13) Proviamo a “far vedere” un quadro (o una fotografia)

-          1.14) Proviamo ad “espandere” la descrizione di uno spazio attraverso similitudini (x è come y: “Giuseppina è come un fiore”) e/o metafore (x è y: “Giuseppina è un fiore”)

-          1.15) Proviamo a introdurre alcuni suoni in una descrizione (di uno spazio o di una persona)

-          1.16) Proviamo a descrivere uno spazio (una via, una stazione, un supermercato, una sala d’attesa, un paesaggio, una stanza…) solo attraverso i rumori

-          1.17) Proviamo a descrivere uno spazio attraverso gli odori (o i profumi)

-          1.18) Chi, dopo Proust, ha il coraggio, provi a descrivere uno spazio che emerge da un sapore

-          1.19) Proviamo a descrivere un oggetto a partire dalle sensazioni tattili

 

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